De Tomaso torna a ruggire: l’iconico modelli creato insieme a Maserati

Il brand De Tomaso ha fatto sognare gli appassionati. Andiamo alla scoperta di una vettura sportiva leggendaria nel segno del Tridente.

Un tempo a Modena venivano fabbricate anche le magnifiche De Tomaso, oltre alle Ferrari. La Motor Valley era il paradiso dei petrolhead. Il driver italo-argentino Alejandro de Tomaso, alla fine degli anni ’50, ricevette il sostegno finanziario dall’azienda Rowan Controller Industries.

De Tomaso, arriva l'auto fatta insieme a Maserati
De Tomaso (AdobeStock) – Autoeminiauto.it

Su di un fondo bianco e azzurro, come i colori dell’Argentina, il logo del brand presentava al centro la “T”, usata come marchio per il bestiame nella fattoria della facoltosa famiglia materna. La realizzazione di auto da corsa per privati, a metà negli anni ’60, spinse il fondatore a creare una piccola serie di automobili spettacolari.

Tra le tante auto da corsa create dal genio argentino. nell’officina modenese, la più nota fu la Pantera. Alcune erano one-off o prototipi come la Formula Junior e la Formula 2 scesa in pista sotto la gestione dalla Scuderia Serenissima anche nella categoria regina del Motorsport nel 1961. Il successo proseguì e, sulla base della Maserati Barchetta, venne lanciata la Guarà. Divenne uno dei bolidi più iconici del brand emiliano, nato per partecipare alle competizioni in pista.

Alla riscoperta della De Tomaso Guarà

Prodotta nel 1993 la vettura venne disegnata da Carlo Gaino, nello studio Synthesis Design. La Guarà lasciò tutti a bocca aperta per uno stile accattivante e sinuoso. Il mix di vetroresina e Kevlar permettevano una super resistenza, oltre a donare all’auto un look racing. L’involucro avvolgeva un telaio monotrave centrale in alluminio, che rappresentava da spina dorsale dell’automobile.

Alla riscoperta della De Tomaso Guarà
Design De Tomaso Guarà (Media Press) Autoeminiauto.it

Il telaio centrale, ispirato alla Maserati Barchetta, aveva soluzioni innovative. Il serbatoio del carburante, ad esempio, si collegava ad un telaietto anteriore, al quale erano ancorate le sospensioni, e a una piastra posteriore in alluminio in cui era alloggiato il motore e la trasmissione.

Sotto il cofano, al debutto, la Guarà aveva un motore V8 BMW da 4 litri, con 32 valvole, che sprigionava una potenza variabile tra 286 e 304 cavalli, a seconda della versione. Il cambio Getrag permetteva un piacere di guida estremo. La top speed era di circa 270 km/h, mentre l’accelerazione da 0 a 100 km/h era coperta in circa 5 secondi. La Guarà era una supercar nata per manici, rappresentando un’epoca che purtroppo oggi non c’è più.

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