Nel mondo delle vetture sportive a stelle e strisce è tra le più apprezzate dai fan, ora la Dodge Viper stupisce anche sullo sterrato.
Da cultori delle icone americane fa un po’ male al cuore vedere una Viper trasformata in una vettura a ruote alte, ma siamo in America e nelle officine troverete di tutto. Auto sportive da sogno sono trasformate in fuoristrada, limousine e altri mezzi estremi solo per il piacere di qualche risata o visualizzazione sui social network. La Dodge lanciò la prima serie nel 1992.
La Viper nacque con l’obiettivo di stupire gli appassionati. Con un estetica all’avanguardia, dopo i successi ottenuti con la Charger, la Dart e la Challenger, la casa americana creò un gioiello due posti che non aveva nulla da invidiare alle rivali europee. Pur non essendo estrosa come una Mustang o stilosa come una Corvette, la Viper piacque per un design sinuoso e una potenza pungente come un serpente. Per la creazione della prima gen ci misero le mani anche i tecnici Lamborghini.
Ai tempi la casa emiliana faceva parte del Gruppo Chrysler e il V10 a stelle e strisce, derivato da quello del pick-up Ram, venne spremuto sino a 400 CV. La vettura americana ottenne il favore della critica dopo essere stata la SC della 500 miglia di Indianapolis. L’auto venne esportata anche in Europa e ha ancora prezzi di quotazioni alti sul mercato dell’usato. Rovinarla con una trasformazione radicale non ha alcun senso, ma non facciamoci troppe domande e diamo una occhiata alle caratteristiche della versione rialzata.
La Viper, nel corso della sua storia, ha fatto della sportività il suo punto di forza. Negli spazi aperti la vettura, come vedrete nel video in basso del canale YouTube di SuperFastMatt, regala molto divertimento. Sulle dune del deserto ha avuto un test drive completo, tra salti e 360° spettacolari. Oltre ai parafanghi tagliati e ai giganteschi pneumatici per l’offroad, lo specialista Matt ha progettato montanti personalizzati per la sospensione anteriore per montare ammortizzatori e molle aftermarket a corsa lunga.
Il retrotreno è stato, completamente, stravolto in favore di un solido assale “rubato” ad una Jeep Wrangler Rubicon, completo di differenziale autobloccante. Per il resto il motore è lo stesso del modello originario. A quel punto il divertimento è risultato assicurato. Le sospensioni hanno retto bene, ma rimane un esperimento fine a sé stesso che ha portato ad un piacere di guida piuttosto limitato ad acrobazie nel deserto. Non sarà mai come una Lancia a trazione integrale che ha fatto la storia nei Rally.
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