Si fa un gran parlare di rivoluzione elettrica in nome dell’ecologia, ma quanto inciderebbero le vetture nella scadente qualità dell’aria in città?
I progressisti green si sono già lanciati con convinzione sull’acquisto di un auto con batterie agli ioni di litio. Si tratta di una rivoluzione che sta mettendo in ginocchio il mercato. Considerati i costi proibitivi delle EV e la scarsa infrastruttura di colonnine di ricarica gli italiani hanno preferito tenersi strette le care vecchie auto termiche.
Lo scetticismo sulla reale diffusione delle elettriche è sostenuto anche da numeri che dovrebbero far riflettere politici ed imprenditori dell’Automotive. Da oggetto di culo l’auto con motore a combustione è diventata bersaglio a livello europeo. Secondo le istituzioni europee, i trasporti sono responsabili di circa un terzo delle emissioni di anidride carbonica nel Vecchio Continente, oltre il 70% del quale è legato al trasporto stradale.
Fermi tutti perché i dati devono essere letti in modo corretto. I mezzi passeggeri pesano per circa il 12% sul totale (14,5% considerando anche i furgoni) e questo è merito anche dei nuovi motori termici che hanno rispettato il target di emissioni. Polemiche e dieselgate a parte, le case costruttrici hanno investito cifre spaventose per lavorare al debutto degli Euro 7 meno inquinanti. E allora cosa c’è dietro all’esigenza di immatricolare dal 2035 solo vetture alla spina, limitando le vetture a benzina e diesel, ibride comprese?
I numeri di una crisi senza precedenti
Da uno studio elaborato dall’Agenzia europea per l’ambiente è emerso che le emissioni di anidride carbonica per le auto nuove sono scese in modo sensibile. A inizio secolo, la media era di 172,1 grammi per chilometro. Da allora, è calata progressivamente fino ai 107,5 del 2020, quando è avvenuto il passaggio di protocollo da Nedc a Wltp. Come riportato da Quattroruote si è passati dai 114,1 g/km del 2021 ai 108,1 del 2022, quindi sotto il limite di 115,1 (pari a 95 nel Nedc).
Quindi con l’Euro 7 molti problemi potrebbero trovare una soluzione, anche perché va ricordato che il CO2 non è un inquinante, bensì un climalterante. Gli elementi dannosi per la salute sono il particolato e gli ossidi di azoto. Nonostante vi siano industrie che inquinano senza limiti, così come trasporti aerei e marittimi, a finire per essere demonizzata è l’auto termica. Tra qualche anno i nodi verranno al pettine ma la transizione elettrica delle quattro ruote appare sempre più un grande business, nascosto da proclami ecologici e danni tutt’altro che a impatto zero.